
  
  
  
 24 aprile 1978
  
 
  
 
                         
 
 
                   					                  
Comunicato n° 8 - Come  per il comunicato precedente le Brigate Rosse telefonano, poco dopo le 12 del  24 aprile, alle redazioni dei soliti quotidiani di Milano, Genova, Torino.  Unica novità questa volta a Roma non viene fatto ritrovare nessuna copia del  comunicato 
 

 
 
Comunicato n° 8
 
 
 BRIGATE ROSSE
             
                La risposta della Democrazia  Cristiana.- Alle nostre richieste del comunicato n.7 la DC ha  risposto con un comunicato di due frasi. Di questo comunicato si può  dire tutto tranne che è "chiaro" e "definitivo".
                 Nella prima frase la DC afferma la sua "indefettibile fedeltà  allo stato, alle sue istituzioni, alle sue leggi". Che di questo  stato della borghesia imperialista la DC è il pilastro fondamentale  non è una novità; le leggi dello Stato Imperialista la DC non solo  le rispetta ma, scegliendosi di volta in volta i complici, le leggi  le fa, le impone e le applica sulla pelle del proletariato. Basta  ricordare l'ultimo pacchetto di leggi speciali varate con un decreto  del governo Andreotti con cui si sancisce il diritto delle varie  polizie del regime di perquisire, arrestare, torturare, chiunque e  dovunque, senza alcun limite della propria ferocia. 
                Per far queste  leggi la DC e il suo Governo hanno impiegato poco più di un quarto  d'ora e i loro complici le hanno felicemente approvate. 
                Quindi, la  prima frase del comunicato della DC non dice con chiarezza  assolutamente nulla rispetto alla nostra richiesta dello scambio di  prigionieri politici.
                 Da parte nostra riaffermiamo che Aldo Moro è  un prigioniero politico e che il suo rilascio è possibile solo se si  concede la libertà ai prigionieri comunisti tenuti in ostaggio nelle  carceri del regime.
                 La DC e il suo Governo hanno la possibilità di  ottenere la sospensione della sentenza del Tribunale del Popolo, e di  ottenere il rilascio di Aldo Moro: diano la libertà ai comunisti che  la barbarie dello Stato imperialista ha condannato a morte, la "morte  lenta" dei campi di concentramento. 
                Nessun equivoco è più  possibile, ed ogni tentativo della DC e del suo Governo di eludere il  problema con ambigui comunicati e sporche dilatorie manovre, sarà  interpretato come il segno della loro viltà e della loro scelta  (questa volta chiara e definitiva) di non voler dare alla questione  dei prigionieri politici l'unica soluzione possibile. Da più parti  ci viene richiesto di precisare in concreto quali siano i prigionieri  comunisti a cui la DC e il suo Governo devono dare la libertà.  Innanzi tutto nelle carceri, nei lager di regime sono rinchiusi a  centinaia dei proletari comunisti, l'avanguardia del movimento  proletario che lotta e combatte per una società comunista. 
                Tra  questi ci sono dei condannati alla "morte lenta": sono quei  compagni che nel seno della lotta proletaria hanno imbracciato il  fucile, hanno scelto di porsi alla testa del movimento rivoluzionario  e di costruire l'organizzazione strategica per la vittoria della  rivoluzione comunista e l'instaurazione del potere proletario.
                 Mentre  ribadiamo che sapremo lottare per la liberazione di tutti i comunisti  imprigionati, dovendo, realisticamente, fare delle scelte prioritarie  è di una parte di questi che chiediamo la libertà. 
                Chiediamo quindi  che vengano liberati: SANTE NOTARNICOLA, MARIO ROSSI, GIUSEPPE  BATTAGLIA, AUGUSTO VIEL, DOMENICO DELLI VENERI, PASQUALE ABATANGELO,  GIORGIO PANIZZARI, MAURIZIO FERRARI, ALBERTO FRANCESCHINI, RENATO  CURCIO, ROBERTO OGNIBENE, PAOLA BESUSCHIO e, oltre che per la sua  militanza di combattente comunista, in considerazione del suo stato  fisico dopo le ferite riportate in battaglia, CRISTOFORO PIANCONE.
                 Chi cerca di vedere per il prigioniero Aldo Moro una soluzione  analoga a quella a suo tempo adottata dalla nostra organizzazione a  conclusione del processo a Mario Sossi, ha sbagliato radicalmente i  suoi conti. A questo punto le nostre posizioni sono completamente  definite, e solo una risposta immediata e positiva della DC e del suo  Governo, data senza equivoci, e concretamente attuata potrà  consentire il rilascio di Aldo Moro. 
                SE COSI' NON SARA' TRARREMMO  IMMEDIATAMENTE LE DEBITE CONSEGUENZE ED ESEGUIREMO LA SENTENZA A CUI  ALDO MORO E' STATO CONDANNATO. 
                La DC e il suo Governo nel tentativo  di scaricare le proprie responsabilità incaricano (ma anche in  questo caso non vogliono essere chiari) la Caritas Internationalis a  prendere "contatti". 
                Noi, allo stato attuale delle cose,  non abbiamo bisogno di alcun "mediatore", di nessun  intermediario. Se la DC e il suo governo designano la Caritas  Internationalis come loro rappresentante e la autorizzano a trattare  la questione dei prigionieri politici, lo facciano esplicitamente e  pubblicamente.
                 Noi non abbiamo niente da nascondere, né; problemi  politici da discutere in segreto o "privatamente". Gli  appelli umanitari - Alcune personalità del mondo borghese, e alcune  autorità religiose, ci hanno inviato con molto clamore appelli  cosiddetti umanitari per il rilascio di Aldo Moro. Ne prendiamo atto,  ma non possiamo fare a meno di nutrire qualche sospetto; che cioè  dietro il presunto spirito umanitario ci sia invece un concreto  sostegno politico e propagandistico alla Democrazia Cristiana, e sia  in realtà un "far quadrato" intorno alla cosca  democristiana come sta avvenendo per tutte le componenti nazionali e  internazionali della borghesia imperialista e delle sue  organizzazioni, da quelle americane a quelle europee. 
                Ora queste  insigni personalità hanno tredici nomi di altrettanti uomini  condannati a morte, e per la liberazione dei quali hanno la  possibilità di appellarsi alla DC e al suo Governo in nome della  stesa "umanità", "dignità cristiana" o altri  "supremi ideali" ai quali dicono di riferirsi dimostrando  cosi la loro proclamata imparzialità ed estraneità ad ogni calcolo  politico. 
                Sta ad essi dimostrare che il loro appello si pone  veramente al di sopra delle parti e non è invece una subdola e turpe  mistificazione, e che i nostri sospetti nei loro confronti sono  soltanto dei pregiudizi.
                 
                Comunicato n°8   24/04/1978
                 
                Per il Comunismo
                BRIGATE ROSSE
                 .